venerdì 31 luglio 2015

Come Alice alla 56a Biennale d'Arte di Venezia. Itinerario tra Arte e Fimo

 
Come Alice nel Paese delle Meraviglie proseguo sognante il mio itinerario tra Arte e Fimo nella sede espositiva dei Giardini alla 56a Biennale d'Arte di Venezia.
 
Dopo aver trovato la chiave magica, la chiave che considero la più importante per la creatività, ovvero la chiave d' interpretazione, presso il Padiglione giapponese, come vi ho già raccontato in un precedente post,
 
 
sbuco ora in un giardino magico e incantato dove il gioco delle proporzioni si è invertito.
 
Davanti alla gigantesca orchidea dell'artista tedesca Isa Genzken
mi sento improvvisamente rimpicciolire.
Mi sento diventare sempre più piccola, proprio come una nuova Alice mentre sorseggio dalla bottiglietta che tengo in mano un po' di acqua fresca.
E penso che Venezia è proprio la città delle meraviglie dove può sempre accadere qualcosa di strano.
 


Con le Two orchids, cresciute a dismisura probabilmente a causa del fertile terreno della Biennale,
 un terreno ricco di idee e di scambio di punti di vista e di sperimentazioni artistiche, che diventano, viste le dimensioni, dei fiori architettonici, Isa Genzken propone il suo viaggio nel paese delle meraviglie, un viaggio variopinto e giocoso in una dimensione immaginaria.
Isa sorprende proprio come Oldenburg e le sue opere dalle dimensioni colossali attraverso il cambio  di dimensione.
 

Dai tempi dell' Alice di  Lewis Carroll  confermo che ancora oggi il cambio di dimensione, elemento associativo capace di far sviluppare il pensiero creativo, come diceva Bruno Munari, resta sempre attuale ed è ancora un efficacissimo espediente, anche se transmaterico, capace di stupirci e di farci provare meraviglia.



Nella vetrina del fiorista ammiriamo la delicatezza e la perfezione delle forme effimere e delicate dei fiori dell'orchidea;
 

 
petali fragili e carnosi che crescendo a dismisura nei magici Giardini della Biennale di Venezia cambiano la loro materia e diventano resistenti come opere architettoniche in acciaio.
 
 
Il gioco del cambio delle dimensioni continua e questa volta,
tornata a casa,  
 
orchidea fimo
Miniatura di Orchidea in Fimo by Alberta Bijoux
 
 
realizzo un piccolo fiore in miniatura di orchidea in Fimo, materia polimerica.
E' un fiore che non sfiorirà mai,
un po' come quello di Isa alla Biennale,
 e per continuare il gioco del cambio di dimensione,
 questa volta mi piace sentirmi un po' come Gulliver nel piccolo mondo dei Lillipuziani.
 
 
orchidee fimo e arte biennale
Biennale tra Arte e Fimo by Alberta Bijoux 
 
 
 

 

mercoledì 15 luglio 2015

Che caldo al Padiglione Romania! - 56a Biennale d'Arte di Venezia - Itinerario tra Arte e Fimo

 
 
In questa calda giornata d'estate,
 continuando il nostro Itinerario delle idee che prendono forma in Fimo
alla 56a Biennale d'Arte di Venezia,
 dopo aver preso una boccata d'aria fresca al Padiglione Italia, che fortunatamente è dotato di aria condizionata,
e dopo aver preso un cono gelato al bar,
Alberta, io e ovviamente il Conte, ci apprestiamo, squagliati come gelati sciolti, a varcare la soglia del Padiglione Romania.
 
 
orecchini gelato fimo
Orecchini gelato in Fimo by Alberta Bijoux
 
 
Accidenti: i gelati si stanno sciogliendo proprio in mano, pure il cono, di solito croccante,
 è diventato morbido come i miei coni in pasta sintetica prima della cottura!
Meglio finire i gelati seduti sui gradini davanti al Padiglione Romania mentre osserviamo, tra una leccata e l'altra, le palline gelato che stanno perdendo la loro forma.
 
 
orecchini gelato sciolti in fimo
Orecchini gelato in Fimo sciolti by Alberta Bijoux
 
Finito il gelato, ci apprestiamo a varcare la soglia del Padiglione.
Questo ospita le opere pittoriche del rumeno Adrian Ghenie appese alle pareti.....
 
ma ..... ARG!!!!, saranno gli effetti del  caldo, o della stanchezza, le figure raffigurate nei dipinti sembra si stiano sciogliendo anche loro come i nostri gelati al sole poco fa!
 
Scherzosamente in questa prospettiva sdrammatizziamo l'afa e proseguiamo la visita nelle sale dove si presentano a noi opere veramente di alto livello pittorico dallo spessore materico.
 
Adrian Ghenie, Darwin's Room, Padiglione Romania
 
Adrian Ghenie, Darwin's Room, Padiglione Romania
 
Continuando questa nostra spiritosa interpretazione sorridiamo davanti a questa donna rappresentata nel dipinto, immaginandocela fantasiosamente dopo che ha ricevuto un bel cono gelato al caffè in faccia!
 
Specialmente i ritratti esposti sembrano conclusi con un raptus materico che stravolge i lineamenti del volto.  Ciò mi ricorda quel gesto di stizza che a volte ho nei confronti di un volto da me realizzato in fimo ma che  non mi soddisfa.
E così, non soddisfatta dall'espressione ottenuta dal volto in fimo, con il dito esaspero la pasta fino a farla diventare una caricatura.
 
Deformazioni materiche  di Elsa by Alberta Bijoux 
 
Penso a quante volte ho distrutto e reimpastato creazioni che non mi soddisfacevano, giocando con la pasta, deformandola all'infinito come all'interno dell' App Photo Warp del mio tablet.
 
 
 Giochi di Fimo Winx, by Alberta Bijoux 

 
Concludiamo la visita al Padiglione Romania soffermandoci davanti a questo dipinto dove, quasi alla Pollock, dei tronchi e dei rami di un bosco di betulle emergono da un fondale grigiastro, regalando uno scenario molto suggestivo che, come imbiancato dalla neve, rinfresca i nostri spiriti.

 

Adrian Ghenie, Darwin's Room, Padiglione Romania
  
 
Le suggestioni di questi quadri e la loro tecnica mi fanno venire in mente di utilizzare,
come vi ho accennato prima, l'App Photo Warp presente nel mio tablet, che consente, con il semplice movimento di un dito, di imprimere all'immagine prescelta deformazioni e movimenti rotatori,
per presentare una serie di miei orecchini in fimo a forma di rosellina.
 
Una volta tornati a casa, infatti, decido di rendere testimonial di questo esperimento fimoartistico dagli influssi rumeni mia figlia Alberta, battezzata come  "la ragazza con l'orecchino in fimo".
 
Alberta Bijoux la ragazza dall'orecchino di fimo

La ragazza dall'orecchino di Fimo by Alberta Bijoux


Alberta Bijoux


orecchini lobo rose fimo
Orecchini con roselline in Fimo by Alberta Bijoux
 che appaiono indossati nell'immagine deformata soprastante
 
Chissà se in questo modo sono riuscita a inserire le mie roselline polimeriche, nobilitandone il materiale, in uno sfondo personalmente rielaborato attraverso l' osservazione artistica delle opere di questo suggestivo Padiglione.
 
 


martedì 14 luglio 2015

14 Luglio con Fimo

Oggi è il 14 Luglio e come consuetudine,
 per festeggiare la giornata della Presa della Bastiglia del 1789,
ho rovistato nel mio comò e ho tirato fuori e indossato la mia T-Shirt a tema
che ho comprato a Parigi ormai nel lontano 1989,
 quando, in occasione del Bicentenario della Rivoluzione Francese,
mi sono trovata nella Ville Lumière.
Un po' stropicciata, un po' sformata,
 ma sempre una delle mie magliette preferite che, quando la indosso, ha la capacità
di avvolgermi di ricordi ed emozioni di viaggi passati.

t-shirt 14 Luglio
Quest'anno, nel mio primo anno nella blogsfera voglio dedicare a questa giornata della memoria un post tra ricordi e fimo sfogliando anche un vecchio album di fotografie che mi piace condividere con voi.


Sì, era proprio il 1989, e fatalità era l'anno anche nel quale i parigini celebravano
 i 100 anni della Tour Eiffel con un'enorme scritta luminosa "100 ans".
Ah, che giovane che ero!!!
Mi riconoscete?
 Sono quella sulla sinistra con la borsa portamunizioni che avevo scovato al Mercato delle Pulci qualche giorno prima.
Tour Eiffel 100 ans
E proprio il 14 Luglio del 1989 sono andata a visitare la Conciergerie,
 a pochi passi da Notre Dame
dove, durante la Rivoluzione francese furono imprigionati i reazionari in attesa di essere ghigliottinati.
Tra gli ospiti più famosi c'era lei, la Regina per eccellenza,
 la Regina Maria Antonietta.
Nel luogo esatto della cella della Regina è stata costruita in seguito una Cappella Commemorativa
(da notare sulle pareti l'acronimo MA),

Conciergerie Maria Antonietta cappella
mentre di fianco è stata ricostruita la cella della sovrana come doveva apparire ai tempi della Rivoluzione.

Cella Maria Antonietta



Già vi ho raccontato qui


che anche quest'anno sono stata a Parigi e il giorno dopo l'attentato al giornale satirico Charlie,
in una Parigi scossa, e deserta, che risuonava solo delle sirene della polizia,
mi ritrovavo, con una certa ansia, davanti alla Conciergerie per la seconda volta in vita mia.


Conciergierie 2015


Conciergerie Parigi

Mentre osservavo l'imponente edificio mi tornava in mente Maria Antonietta e soprattutto la frase a lei attribuita, forse falsamente, : "Se non hanno pane che mangino brioches!" riferendosi ai parigini affamati.
Quella parola "brioches" si addiceva comunque alla totale indifferenza della monarchia nei confronti delle sofferenze e degli stenti del popolo in rivolta.
Quelle brioches, inaccessibili,  non solo non potevano essere mangiate dal popolo, ma neppure toccate o sognate,  
quindi erano materialmente immangiabili,
quanto le mie in Fimo.

E ammesso che gliele avessi procurate a Maria Antonietta a basso costo,
non sarebbero certo riuscite a salvarla dalla ghigliottina!
Colazione con Brioche in Fimo by Alberta Bijoux 


Buon 14 Luglio a tutti!




Una centrifuga di idee - Fimo Life

 
Dopo aver consultato il meteo ed essermi spaventata abbastanza leggendo le temperature previste per i prossimi giorni,
cerco di distrarmi con freschi pensieri di ipotetiche fughe in montagna e
di dissetanti e ipocaloriche centrifughe
 da assaporare in questo periodo.
 
Chi mi conosce sa che io e il caldo non andiamo molto d'accordo e sa anche che, nonostante tutto, ingenuamente continuo ad attendere ogni anno l'estate con la vana speranza di avere più tempo da dedicare al mio hobby e invece, inevitabilmente, mi trovo delusa e sudata, oppure chiusa in casa per trovare refrigerio con l'aria condizionata.
 
E allora che faccio?
 
 Navigo e viaggio in rete, a caccia di spunti da elaborare quest'inverno, immagazzinando colori, sapori, punti di vista. Poi metto tutto insieme nella testa e dico: "Qualcosa ne verrà fuori!"
Un po' come le centrifughe!

In queste calde giornate d'estate, a proposito, non faccio che imbattermi in rete nei post di blogger famosi e food blogger che propongono la loro centrifuga del cuore,
 il loro mix di frutta preferito per contrastare il caldo, soddisfare il palato e l'occhio attraverso l'accostamento di frutta dai colori più o meno intensi.
 
Io ovviamente, seppur novella blogger,
 non voglio essere da meno e,
 in questo post,
 vi voglio proporre il mio mix di frutta preferito,
ovvero la mia centrifuga di idee che mi frulla sempre in testa. 



LA CENTRIBIJOUX di Alberta Bijoux
 
Allora questa è la ricetta per 2 persone:
 
Ingredienti:
 
1 mela rossa,
1 fetta di anguria,
2 fette di ananas,
4 fragole
 
Preparazione:

inserire nella centrifuga la frutta precedentemente lavata e tagliata.
Frullare per pochi secondi.

 
 

 Ma...... Uack!!!  Attenzione!!!!!
 
La nostra centrifuga è impazzita!!!
 
 Guardate cosa è venuto fuori!?!?! Non è certo da bere!!!!
@__@
 
frutta bijoux in fimo
 
 
In casa Alberta Bijoux questo è il minimo che possa capitare!
 
Beh, vediamola così.....la nostra CentriBijoux è pronta!!!
Una centrifuga veramente "mooolto ipocalorica" di idee in Fimo ideale per l'estate!
 
 
Ma forse, questi piccoli fruttini in Fimo
potranno, tenuti alle orecchie o al polso, come colorati charms di braccialetti e orecchini,
perlomeno ricordarci,
che in estate,
mangiare frutta fa veramente tanto bene!
 
 
 
 
 


mercoledì 8 luglio 2015

La Biennale in camera. Itinerario tra Biennale d'Arte e pasta polimerica. Al Padiglione Italia con le valigie di Fabio Mauri


Prosegue l'itinerario tra Biennale d'Arte di Venezia e paste polimeriche
 che oggi ci porta all'interno del Padiglione Italia dove,
nella sala centrale dopo l'ingresso,
 sono stata colpita,
 come dal fascino di uno storico passato, dall'opera di Fabio Mauri,
 Il Muro Occidentale o del pianto.
 
 
Fabio Mauri, Il Muro Occidentale o del Pianto, 1993
 
 
Un muro di valigie dai colori della natura che, nella disposizione,
 ricorda il cromatico effetto di un fitto mosaico di piastrelle,
o quello dei rivestimenti a effetto pietra,  che uniscono la naturalezza del materiale naturale alle caratteristiche estranee della materia,
dai contrasti accattivanti tra classico e moderno.
 
 
Oppure le sfumature di un parquet consumato dal tempo ma che è  bello lucidare e conservare all'interno di una casa,
o l'insieme di libri accatastati come un collage sugli scaffali in una vecchia biblioteca,
 ognuno con il suo spessore,
ognuno con la sua rilegatura,
 ognuno con il suo contenuto,
 ognuno messo lì per custodire la sua storia.

Valigie in pelle, cuoio, piccoli bauli con le cinghie, che, messi di traverso, ricordano proprio il dorso di certi grossi libri.

Le valigie portano sempre con loro il ricordo di un viaggio,
 quelle di Mauri portano con loro i tristi ricordi di quei viaggi senza ritorno ai campi di concentramento.
Esse ci fanno ricordare un passato che non dobbiamo dimenticare,
 cercando di mantenerne il contatto con le nuove generazioni.
 L'arte trasmette il messaggio di non dimenticare il passato,
e che ognuno di noi è testimone di una storia,
 la sua storia, che come nutrimento affonda le radici nel passato per vivere con qualcosa in più nel presente.
 

Anche io, da tempo, ho conservato in camera mia, sotto il comò una valigia,
 appartenuta a mio nonno,
una valigia che sembra proprio una di quelle facenti parte del Muro di Mauri, sia dal punto di vista materico che concettuale.

Una valigia che aveva accompagnato mio nonno, nato nei primi anni del Novecento, nei suoi viaggi di lavoro tra Venezia e Roma, e che è diventata poi custodia dei suoi ricordi.

 Mia figlia Alberta, qualche tempo fa, è stata attirata da quella valigia che io conservavo in camera, ma che non trovavo il coraggio di aprire perché troppo emotivamente coinvolta.
Una valigia è un legame tra generazioni.
Mia figlia ci ha messo le mani con istintiva curiosità forse per conoscere un piccolo tassello del suo passato che fa parte della sua storia.
Con quel naturale entusiasmo delle nuove generazioni,
delicatamente,
ha messo le mani emozionate sulla valigia, come per assorbire da essa l'energia del passato e della conoscenza
e mi ha chiesto di aprirla.

 
Valigia dei ricordi Alberta Bijoux

Immaginandola chiusa da una chiavetta andata perduta,  cercava di aprirla forzando le serrature per lei desuete ... quando, improvvisamente spostandone una lateralmente
 ...clic...
 questa si è aperta.


Una valigia non di grande valore, ma di grandi valori, di lettere intrise di inchiostro e affetto di un padre lontano ma fortemente presente che credeva in lui, di commoventi e sinceri messaggi di ringraziamento da parte di conoscenti, vecchie copie di giornali satirici e di quotidiani, tessere di partiti che ormai non esistono più: una valigia di ideali.
Uno spaccato della storia di un'epoca caratterizzata da un grande impegno politico, mosso, non da interessi personali ma da forti e sincere passioni, alle quali si aderiva anche a costo della vita.
Un'epoca e una condizione ormai lontana dalla nostra società,
ma che è bello riscoprire.
 
Sono contenta che l'abbia voluta aprire mia figlia: attraverso i suoi occhi e le sue giovani mani che, con delicatezza e rispetto, toccavano vecchie carte e fogli di giornale dal pesante odore del tempo, passava un bene prezioso da conoscere.
 
Avrei pensato di vederla delusa nel ritrovamento di quelle carte ingiallite, invece sembrava aver trovato un contatto con il suo passato.
 
Insieme abbiamo deciso che questa valigia sia un po' come la nostra Biennale in camera.
 
E come un'opera d' arte degna di rispetto io e mia  figlia  abbiamo pensato di metterla in vista come elemento  decorativo della stanza.


E oggi, riordinando i miei avanzi di pasta polimerica, avanzi di storie e creazioni,
riordinandoli come le idee nella scatoletta della pasta You Clay che per loro è una valigetta ,
 mi accorgo che sto disponendo le palline di pasta sintetica seguendo,
influenzata dalla visita al Padiglione Italia,
 la linea cromatica del Muro  di Mauri.
 
avanzi pasta you clay to do scatola
 
 
Riflettendo, confesso che mi piacerebbe aprire una delle valigie del Muro di Mauri.

Chissà se anche le valigie del Muro di Mauri custodiscono, al loro interno, come la nostra,
 i ricordi e la storia delle persone alle quali sono appartenute,
o sono vuote, comunque efficaci contenitori evocativi carichi di valori.
 

mercoledì 1 luglio 2015

Natura Viva. Itinerario tra Biennale d'Arte di Venezia e Fimo. Padiglione Francia

 
 
All'interno del Padiglione Francia alla 56a Biennale d'Arte di Venezia
 c'è solo un enorme grande albero con una grossa zolla di terra
nella quale si può osservare bene, come fosse una decorazione,
 l'intrico delle radici affioranti.
 
Al primo momento ho pensato che mi sarei aspettata
 qualcosa di più da questa partecipazione francese,
 ma, essendomi recata in visita alla Biennale con mia figlia, che durante l'anno scolastico aveva studiato le parti delle piante,
 decido però di soffermarmi  invitandola a seguire il percorso delle radici nella terra,
  e ci sediamo sui sedili posti ad anfiteatro ai lati dell'albero.
 
Dopo un attimo,
 infastidite da un rumore metallico e tremolante che ancora non comprendiamo,
 appoggiate le borse e bevuto un sorso d'acqua,
 rivolgiamo nuovamente lo sguardo verso quell'albero maestoso che ci incute un po' di tristezza, perché strappato dal suo ambiente, per sopravvivere all'interno di quattro bianche pareti.
 
Eh, sì, alla Biennale ci piace andare un po' così, a sorpresa,
 come portate dal vento,
 in modo che la conoscenza della costruzione concettuale delle opere e delle installazioni non vada a bloccare
 lo stupore e il libero flusso delle idee che prendono forma.
 
 
 
revolutions, Celeste Boursier-Mougenot


Quando, improvvisamente ,- "Mamma, l'albero si muove!!!" -  urla mia figlia.
 
Cosaaaa???
 
E' proprio vero, l'albero lentamente si muove ruotando lentamente e lasciando sul pavimento le fangose impronte delle sue rotelle poste sotto alla zolla,
 bagnata dall'acqua piovana penetrata da un soffitto a cielo aperto.
 
 
 revolutions, Celeste Boursier-Mougenot
 
 
Quell'essere, che fino a poco prima ci sembrava simbolo sacrificale dei tanti alberi abbattuti e sradicati per le "cose da uomini",
 improvvisamente diventa ai nostri occhi,
 dopo questa scoperta,
  il manifesto di una Natura che ha talmente tanta potenza in sé,
 da diventare Arte essa stessa, facendoci comprendere che senza la Natura e la sua ispirazione l'arte stessa dell'uomo finirebbe di esistere.
 
Una natura vegetale, di esseri viventi e autotrofi che spesso dimentichiamo essere vivi,
solo perché non si muovono come noi,
 diventa arte essa stessa perché l'arte le dona il movimento per sorprenderci.
 
E quel rumore udito all'inizio, quel rumore che infastidiva,
 si traduce ora nelle nostre orecchie in una base musicale, in un sottofondo ideale per un moderno training autogeno che diviene rigenerante dopo questa rassicurante interpretazione.
 
W LA NATURA!
 
E penso se in questi anni con il Fimo,
io sia mai riuscita a dar vita ad un albero fatto di fronde mosse dal vento e mi viene in mente  una palma,
perché diciamolo, la natura è talmente bella e complessa che essa stessa è arte,
talmente bella e complessa che le altre arti possono solo ispirarsi ad essa.
 
Ho realizzato tempo fa una palma come decorazione di una cornice che evocava paesi e paradisi lontani.
 
La mia palma non aveva le ruote come l'albero della Biennale, ma ho cercato anch'io di renderla viva,  muovendone le foglie, inarcandole e sollevando ogni singola fronda a mano, prima della cottura.
 
 
cornice palma fimo
 Cornice con palma in Fimo by Alberta Bijoux
 
 
Una palma,
 comunque carica di significato per me.
 Così la palma che affonda le sue radici nel mio giardino, assorbendo dal terreno,
 come colorati sali minerali, i miei ricordi più cari.
E' una palma altissima che mi piace proporre in posizione orizzontale.
 Fa pensare a una macchia di inchiostro che si sparge in un cielo turchese di una giornata particolarmente tersa.
 
 
palma
La palma del mio giardino
 

 
E ancora un'altra palma affiora tra i miei ricordi: quella che mi ricorda l'allegra atmosfera della festa di compleanno di mia figlia
 di qualche anno fa, quando, per ricreare la magia delle isole Hawaii,
l'avevo costruita con delle bottiglie di plastica assemblate con scotch da pacchi e rivestita di carta crespa colorata.
 Immersa nello scenario naturale del giardino prendeva vita dalla siepe che le faceva da sfondo.
 
Dopo essere stata utilizzata per il compleanno, riposta in bagno, in attesa di trovare il coraggio di eliminarla,
 nella notte è caduta a terra facendoci sobbalzare!
 
Non si può dire che fosse viva, però  si era fatta sentire!
 
 

festa compleanno tema Hawai