venerdì 17 aprile 2015

Prima Comunione. "La Piccola Fimoferaia". La favola.


Vi ricordate quando qui nel post  Parigi in Fimo ITINERARIO DELLE IDEE CHE PRENDONO FORMA vi raccontavo di come ci sarebbe piaciuto realizzare le bomboniere per la Prima Comunione di mia figlia Alberta?


Bene, oggi voglio raccontarvi una mia favola : "La piccola fimoferaia".



C'era una volta,
 una ragazza poverella che, come unica ricchezza, aveva ricevuto il dono della fantasia.
Con le sue mani aveva imparato a trasformare i semplici materiali che trovava nel cortile in giochi per i bambini che vivevano lì vicino e che trascorrevano le ore con lei.
In certi giorni la giovane raccontava ai bambini delle fiabe, e altre volte, non avendo di meglio per saziare le loro pance affamate e distrarli dai loro rumorosi mormorii, creava, utilizzando della carta straccia che trovava nei paraggi, delle fettine di torta e le distribuiva a tutti i bambini che la circondavano incantati, riempiendole  insieme a loro di bianchi confetti in fimo, una pasta di plastica la cui formula segreta le era stata tramandata dal suo amato nonno.
In realtà nessuno sapeva bene come la piccola fimoferaia, così veniva chiamata da tutti nel paese proprio per le suo doti, riuscisse ad ottenere quel morbido impasto che, messo nel forno, magicamente solidificava prendendo mille forme, ma qualcuno sussurrava che facesse fondere degli oggetti in disuso gettati come rifiuti.
Altri dicevano che ci fosse di mezzo l'alchimia e quindi qualcuno la guardava con sospetto.


I bambini sarebbero rimasti ore e ore ad ammirarla ad occhi aperti!


Un giorno passò di là la carrozza del Conte di Fornombrosa,
 il potente signorotto del posto, che era rimasto vedovo e che aveva una bambina.
 Il Conte, attirato dal canto melodioso della fanciulla che accompagnava le sue creazioni in fimo, non conoscendo il materiale e rimanendo incantato dall'abilità della piccola fimoferaia, fece arrestare la carrozza.  Dopo averla osservata per un po', e aver visto nascere dalle sue mani dei candidi confetti bianchi che benissimo si potevano confondere con quelli veri, decise di portarla con sé al suo castello per affidarle un incarico molto importante: realizzare le bomboniere per la Prima Comunione della sua dolce figliola.
La figliola del Conte, si chiamava Dolce, ed era una bambina dolce di nome e di fatto...e oltretutto era moooolto golosa e spesso si riempiva la pancia talmente tanto da fare indigestione.


Il Conte, vedendo che l'amata figlia continuava a mangiare e a diventare sempre più grossa, ispirato dalle capacità della piccola fimoferaia, decise di commissionarle una torta finta di bomboniere, in modo che questa torta, gradevolissima agli occhi, non facesse ingrassare la figlia ma la rendesse contenta.
La piccola fimoferaia, che amava tanto i bambini, accettò con entusiasmo l'incarico in cambio di una piccola ricompensa che le avrebbe permesso di offrire ai sui piccoli amici del paese una bella merenda a base di pane e marmellata veri , senza per una volta usare la fantasia.
Chiese al Conte in gran segreto una lista di materiali per la realizzazione di ciò che le era stato commissionato, chiedendo di non svelare a nessuno gli ingredienti.

 La piccola fimoferaia decise di stupire la bambina per la sua prima Comunione con una torta di fette di carta decorate dai delicatissimi e sfiziosissimi dolcetti di Francia chiamati Macarons.

La piccola fimoferaia aveva ammirato quei piccoli e preziosi dolcetti quando, qualche anno prima, aveva lavorato come lavapiatti tuttofare a Parigi per il grande Pierre Desfontaines, nipote di Louis Ernest Ladurée, inventore dei Macarons, le sofisticate meringhette accoppiate da un ripieno cremoso.
Ma non era mai riuscita ad assaggiarne una.
I Macarons erano dolcetti assaporati dagli aristocratici, consumati dai nobili e dai ricchi borghesi, un vero peccato di gola!
Ma alla povera piccola fimoferaia non restava che leccarsi le dita prima di lavare le grandi ciotole che contenevano gli impasti.
A Parigi, finite le dure ore di lavoro, quando tutti andavano via e le luci si spegnevano, la piccola fimoferaia attaccava il naso alle vetrine dove troneggiavano Macarons di tutti i colori, torte decorate con sfavillanti macarons oro, e affamata, riusciva a sentirne attraverso il vetro il profumo di mandorle e aromi.
E sognava di poterli ricreare lei perlomeno con il fimo, riuscendo con fortuna a recuperare gli ingredienti della magica ricetta del nonno,
riproducendone la perfezione delle forme e la raffinatezza da signori, quella raffinatezza di un mondo che non era il suo.





Quando riponeva il grembiule, senza farsi vedere, si nascondeva dietro la porta della cucina della pasticceria e osservava il lavoro degli abili pasticceri, gli attrezzi, le fruste. Li guardava ammirata maneggiare con i guanti questi gioiellini....e guai...che urli e che strilli se, malauguratamente, se ne crepava uno durante la farcitura di morbida crema di burro. Lo sfortunato pasticcere veniva licenziato su due piedi. La piccola fimoferaia tratteneva il fiato per paura che il suo respiro potesse causare nelle meringhette delle fessure che svelassero quindi la sua segreta presenza.



Bomboniere Macarons in Fimo

Quindi, a ricordo di questa esperienza, decise di riprodurre per la figlia del Conte di Fornombrosa una torta decorata con variopinti macarons in fimo, che non avrebbero fatto di sicuro ingrassare la figlia del Conte, e che sarebbero potuti poi essere tenuti al collo come collanine scacciafame o come portachiavi.


Collane macarons in fimo



Instancabile si mise al lavoro, notte e giorno,
giorno e notte,



............finchè la mattina prima della Comunione mostrò soddisfatta al Duca la sua opera.







Torta di bomboniere Macarons in fimo








Ma, dopo una prima occhiata entusiasta, il padrone si mise freneticamente a contare le fettine di torta e si arrabbiò molto con la piccola fimoferaia.
 Perché la piccola fimoferaia, avendo in buona fede interpretato male le parole del suo padrone, non aveva preparato un numero sufficiente di fette di torta da soddisfare tutti i suoi parenti. 
Il Conte le disse che se non fosse riuscita a creare le bomboniere mancanti entro la mattina seguente l'avrebbe fatta rinchiudere nella torre più alta del castello.

La piccola fimoferaia avvilita e amareggiata stava per mettersi a piangere pensando all' insoddisfazione del suo padrone e con quanto impegno e amore aveva intriso la materia. 
Per giorni e giorni aveva manipolato le sue creature, cercando di dar loro le forme più realistiche possibili, aveva sorriso con loro e i loro leggeri colori le avevano rallegrato le giornate e alleviato la fatica.

Decise quindi, dopo essersi consultata con il Fimo Parlante, di non darsi per vinta, e, nonostante il padrone le avesse detto che non c ' era più né il tempo né i materiali a disposizione,  rimase sveglia tutta la notte cercando di impastare quei pochi rimasugli di colore, scoprendo così che mescolando le paste otteneva il caldo color del cioccolato.




La mattina dopo, la piccola fimoferaia, con l' aiuto del fedele criceto Titti e di tutti i suoi amici ( la criceta Lulù, la criceta Luigina, che recuperarono in giro nastrini, fiocchetti e gancetti dimenticati nei cassetti), riuscì a concludere il suo lavoro.





Con enorme soddisfazione la mattina seguente presentò al suo padrone altri dolcetti monoporzione in numero sufficiente per soddisfare tutti gli ospiti.  E ogni fettina custodiva al suo interno un piccolo simbolo religioso.







Il padrone rimase così sorpreso e strabiliato dalla capacità di inventiva e dall' arte di arrangiarsi della piccola fimoferaia, che, riconoscendo pienamente le sue doti, essendo quelle ideali che ricercava in una donna che potesse almeno in parte colmare il grande vuoto lasciato dalla moglie,
 la baciò e decise di sposarla.

Il Conte  fece costruire per la sua sposa un castello di  fimo.

E lì vissero per sempre felici e contenti. 


THE END

1 commento:

  1. Vi è piaciuta questa storia?
    Fimosi sogni d' oro a grandi e piccini.
    Che tutto i vostri sogni possano un giorno prendere forma.
    Baci

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